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Vi sono molte finestre dalle quali possiamo osservare il mondo, cercandone il significato. Vi sono quelle aperte dalla scienza — i cui vetri appannati sono stati ripuliti da una successione di ingegni brillanti e acuti — attraverso le quali possiamo vedere sempre più lontano, sempre più chiaramente, verso zone che una volta erano al di là della conoscenza umana.
Ma vi sono anche altre finestre: quelle aperte dalla logica filosofica; quelle attraverso le quali i mistici cercano conferma della loro concezione della verità; quelle da cui i fondatori delle grandi religioni hanno scrutato ricercando il senso dell'universo, non soltanto nella sua straordinaria bellezza ma anche nei suoi aspetti oscuri e sgradevoli. La maggior parte di noi, quando riflette sul mistero dell'esistenza, scruta il mondo soltanto attraverso una di queste finestre, che per di più, la maggior parte delle volte, è appannata dalla limitatezza della natura umana. Noi ne puliamo una piccolissima parte e guardiamo attraverso, e non c'è da stupirsi se veniamo tratti in inganno da quella minima frazione del tutto che riusciamo a vedere. Alla fine, è come osservare il panorama del deserto o del mare attraverso un giornale arrotolato a mo' di cannocchiale. (it) |