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Wrecking Ball» generò molto meno entusiasmo di quanto mi ero aspettato. Ero sicuro del suo valore, lo sono ancora oggi. Può darsi che il successo pesasse come una zavorra sulla mia voce, ma ne dubito. Ho lavorato sodo per poter scrivere di questi temi, ormai li conosco bene. «Wrecking Ball» è uno dei miei album più belli, moderni e accessibili dopo «Born in the USA»: non essendo un complottista, arrivai alla conclusione che quelle idee così presentate suscitavano un interesse profondo benché limitato in un gruppo di persone ragionevolmente ampio ma comunque ridotto, specie negli Stati Uniti. (it) |