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Se il prete non è un attore per natura, lo diviene ex professo. Ama la mise en scène, il ruolo e il travestimento, il camouflage: il suo carisma. «L'ho sentito vantare più volte, un commediante potrebbe insegnare a un prete». Non solo durante la «funzione religiosa» egli, a seconda dell'anno liturgico, si infila in paramenti sempre nuovi, si adorna e cangia colore durante feste e digiuni. Non solo in politicis la sua natura proteica ottiene con l'inganno trionfi su trionfi, attraversando le epoche come un camaleonte; anche teologicamente vuole, come Paolo, l'Astuto, essere tutto per tutti, e così facendo la tattica lo costringe a nascondigli sempre più meschini, a una sempre più sottile capacità di simulazione, a scaltrezze sempre più virtuosistiche, a un'ottica la cui deformazione non è così lesta a tradirsi, a prassi terminologiche che si prendono spesso gioco di ogni chiarezza e solidità, il suo armamentario resta intenzionalmente impreciso, ambiguo, e fluttua come qua e là nella nebbia, in modo che anche lui, fluttuando, cianciando, tacendo, sopravviva, l'autentica divina commedia. (it) |