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Per Eco, il segno è vettore e attrattore di comunicazione – per Agostino di Ippona era "qualcosa che fa venire nella testa degli altri quello che c'era nella mia". Il tratto più rilevante però e il più produttivo nel pensiero dell'autore di Semiotica e filosofia del linguaggio e del Numero zero – è che il "segno è fatto per mentire". La semiotica echiana è una disciplina illuminista, che guarda al Vero dal punto di vista del Falso e del Segreto, della Menzogna e del Complotto. Il Segreto, tanto più potente quanto è più vuoto, e soprattutto il Falso – epistemico, politico, religioso ecc. – che sarebbe un motore della storia, teatro di illusioni. Per questo Eco sostiene che nella sua immensa biblioteca non c'erano autori come Freud e Darwin, ma tanti inventori di pseudo semiotiche, testi occultisti, e alchimisti in attesa di nuova lettura, di cui era un noto ed erudito collezionista. La sua semiotica è disciplina del sospetto continuo e dell'indagine poliziesca acutamente argomentata. (it) |