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Senza dubbio meno geniale di quanto lo abbiano giudicato molti suoi contemporanei e apologisti, Leone XIII era indiscutibilmente un uomo superiore. Possedeva un'intelligenza lucida e perspicace, nutrita di mezzo secolo di letture e di riflessioni sullo spettacolo delle vicissitudini della Chiesa e del mondo, sorretta da una memoria notevole. Preoccupato di poter disporre delle più ampie informazioni, sapeva porre le domande giuste e amava confrontare le sue idee con quelle dei suoi interlocutori per poterle affinare. Pur soppesando accuratamente il pro e il contro, sapeva infervorarsi per i grandi progetti e disegnarne con entusiasmo le linee generali prima ancora di valutarne le difficoltà. Anche quando con l'avanzare dell'età divenne più sensibile alle lusinghe, sapeva a occhio e croce giudicare con perspicacia le qualità e i difetti dei suoi collaboratori e utilizzarli a ragion veduta. (it) |