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Per conto mio, quando dipingo intendo cogliere le cose essenziali del mondo. Mondo in cui hanno creduto generazioni e generazioni di uomini: la terra che diventa albero, l'albero che dà frutti, l'orto ed il campo coi loro frutti sepolti, l'uomo che li fa crescere e li attende, il tempo che li matura, la gente che li coglie, se ne nutre e li ripianta. Natura, dunque, come storia dell'uomo. Questa è la ragione per cui dipingo. M'interessa far vedere agli uomini che il “reale” non è morto; che intorno ad esso ruota la vita coi suoi valori essenziali; che in esso si può credere ancora; che da esso possiamo ancora trarre l'insegnamento fondamentale. E che la pittura può sempre ricominciare daccapo quel racconto della vita che serve all'uomo. (it) |