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Adriano Spatola lo ricordo magrissimo. Quando me lo presentarono, in centro, ebbi come un'epifania e compresi a fondo la differenza tra Bologna e Modena. Un amico comune mi disse: "Lui è Adriano Spatola, poeta". A Modena nessuno avrebbe mai detto una cosa simile, perché l'essere poeta non era ancora uno status riconosciuto. Spatola era un anarcoide, ma a modo suo. Aveva anche organizzato per benino un attentato, tirando una molotov contro la questura. Per farsi coraggio era entrato in un bar per tirarsi su con del vino, ma si era fatto qualche bicchierino di troppo e quando fu il momento di lanciare la molotov, un po' perché non le sapeva fare un po' perché sbagliò la mira e colpì un portone a fianco, non successe assolutamente nulla. Allora lui, ligio al dovere di anarchico ma anche di sbronzo, si precipitò dai poliziotti dicendo: "Arrestatemi, sono responsabile di un attentato contro la Questura, ho appena lanciato una bomba molotov fallendo purtroppo il bersaglio". Fu scambiato per un ubriaco e accompagnato sulla via di casa, nonostante l'insistenza con la quale tentava disperatamente di convincerli a metterlo in galera. (it) |