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Assistiamo sgomenti ai segni di una perdita della memoria dei fatti della Resistenza e a troppi revisionismi fuorvianti. Constatiamo l’appannarsi dei confini tra democrazie e regimi autoritari. Il linguaggio d’odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo, contiene i germi di azioni violente. Non va tollerato. È una mala pianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti — quasi fosse un vendicatore di torti subìti — ma diffnde indifferenza e apatia. Nell’onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordaci che non fummo tutti, noi italiani, ‘’brava gente’’. (it) |