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Direi che con noi la sorte non è stata troppo benevola. Mio padre me lo ricordo malato di tubercolosi finché non ne morì quando avevo sedici anni. Pressati dall'assillo finanziario dovevamo continuamente scegliere, non tra il bene e il male, ma come accade di solito nella vita, tra due mali, quello minore e quello maggiore. Avevo dodici anni e ci eravamo già trasferiti ben diciannove volte, da un paesino all'altro, da un sanatorio all'altro, seguendo mio pa-dre nelle sue cure. Con quei continui cambiamenti di ambiente, di scuole, di amicizie ci trovavamo ad affrontare situazioni sempre nuove. Una cosa che sarebbe diventata norma. (it) |