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Nell'insulto, appena sviluppasi, l'epilettico giace destituito di sensi: le sue mani si raggruppano e contraggono per la distensione de' nervi: le cosce non solo si divaricano impetuosamente, ma qua e là sono concitate dai rimbalzi tendinosi. Questo genere di calamità può assomigliarsi a quella del toro strangolato. Il collo s'incurva, il capo è in vari modi distorto. Talché alcuna volta si rende prono come arco, e allora la mascella al petto si fa aderente. Talora è respinto violentemente verso le scapole, come se chi vel traesse a forza pe' capelli: quando infine ora dall'una ora dall'altra parte verso gli omeri si rivolge. I miseri così martoriati spalancano la bocca, la quale hanno arida e con lingua proluberante, ed esposta cosi ad esser ferita, ed anche totalmente recisa. I denti talora fra se dibattonsi nella convulsione, gli occhi si travolgono, le palpebre amiccando di spesso restano aperte; cosicché volendole anche serrare, non giungono a connettersi, e l'albuginea sola si vede negli occhi semiaperti e spaventevoli. Le sopraciglia corrugansi talora in modo, che sembrino quelle della collera la più feroce: tal altra sono come stirate da ambo i lati verso le tempia, sì che fanno sparire tutte le rughe della fronte, e ne rendono la cute pellucida e distesa. (it) |