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Il lavoro di Ernst Bernhard fu inteso ad una ostinata, e anche lieta eversione; «l'errore fondamentale della nostra civiltà» è il suo amore dell'ordine, dell'attendbilità, della ponderatezza, dell'equilibrio; il malato e il proscritto – i socialmente esclusi – sono più prossimi al riconoscimento di sé, al momento «anormale e mostruoso» della individualità, che non la collettività «sana». Pertanto, consapevole del fatto che nessuno è peggiore del buon cittadino, e che una legge giusta è più vessatoria di una legge ingiusta perché ti vuole suo complice, Bernhard aveva trovato a Roma una dimora congeniale, un luogo complice e ragionevolmente disonesto. (it) |