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Quello del doppiaggio è un grande lavoro di squadra. Il direttore di doppiaggio fa praticamente da "regista": è lui ad avere la visione d'insieme del film dopo averlo visto, studiato e assimilato. Quando si arriva in sala, il direttore spiega il film e il personaggio, e si iniziano a vedere gli "anelli" . Si vede e si rivede l'anello cercando di decodificare il maggior numero possibile di informazioni; poi si inizia a provare. Dopodiché viene tolto l'audio: il doppiatore continua a sentirlo in cuffia, ma nella sala non si sente. È la cosiddetta "prova muta", durante la quale il direttore si fa un'idea più precisa della strada che il doppiatore sta prendendo e, se è il caso, interviene correggendo il tiro. Poi si inizia a incidere, e di incisione in incisione, di correzione in correzione, si arriva alla "BUONA!" e si passa all'anello successivo. Il sinc è controllato dall'essenziale figura dell'assistente al doppiaggio, che oltre a tenere d'occhio l'aderenza al labiale degli attori sullo schermo, prepara anche i piani di lavorazione. In cabina di regia, accanto al direttore, c'è il fonico, al quale spetta l'arduo compito di ottenere una resa acustica quanto più vicina possibile a quella originale. Il copione sul quale lavoriamo, poi, è un adattamento . Insomma, ci sono tante professionalità altamente specializzate, dietro a un turno di doppiaggio. Purtroppo, quello che ho descritto è il "turno ideale": le tempistiche folli imposteci sempre più spesso fanno sì che, molte volte, si sia costretti a vedere la scena al massimo due o tre volte e poi a incidere. (it) |