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Klavdia Nikolaevna, come spesso accade alle donne incinte deboli, all'improvviso si rattristò e le venne da piangere. Ma essendosi subito ricordata che ciò poteva nuocere al suo bambino, si fece forza e provando un senso di colpa si mise a ridere tra sé e sé, trattenendo le lacrime.
Mai così chiaramente come adesso, che la casa era così vuota e silenziosa, aveva percepito di non essere sola, che in lei viveva qualcun altro, sconosciuto, infinitamente caro a lei ma tuttavia un essere incomprensibile. Con il tempo vive, cresce e persino si muove, si rigira morbidamente. Per questa piacevole e strana sensazione tutto l'organismo le si riempiva di un particolare e infinitamente felice senso di paura solenne. (it) |