Mention898815

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so:text Il nostro dialetto, fino al trecento, era stato scritto. Lo aveva posto negli atti suoi pubblici la Cancelleria della Corte Aragonese, lo avevano usato le medesime opere letterarie di quel tempo, i poemi, le cronache, i trattati: ed esso era sembrato – e fu davvero – una lingua di tutte le voci più popolari e più vivaci, sincera, spontanea, facile per ogni comune necessità e accessibile a ogni uso e a ogni persona. Appresso, tutto il secolo decimoquinto s'era continuato a giovare di quel pittoresco ed efficace vocabolario: ma già esso era sceso più basso, l'accademia alfonsina già stimolava, nel quattrocento, le più singolari intelligenze, e il Cariteo, Iacopo Sannazzaro, Pietro Summonte, Gabriele Altilio avevano per le mani la cosa pubblica e le lettere a un tempo. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/Salvatore_Di_Giacomo
so:description Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane (it)
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