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Ruysdael è un grande pittore alquanto misconosciuto. Costretto nei manuali al ruolo di paesaggista – definzione troppo limitativa, perché il paesaggio, trattato alla sua maniera, esprime tutto – si è tentati di vedere in lui un preromantico alla Salvator Rosa che, fronda su fronda, roccia su roccia, giunge a produrre effetti sorprendenti e decorativi. Certamente, questo cupo sognatore è molto diverso dagli altri ritrattisti della terra d'Olanda, compreso il Rembrandt degli acquerelli e delle incisioni. Tutti si segnalano per il senso delle prospettive immobili tipiche del loro paese, la linea dell'orizzonte sempre ben marcata, la presenza piatta delle acque e la dolce mistura di foschia e luminosità che è quella dei cieli olandesi. Ruysdael, invece, scelse di amare soprattutto i boschi cedui intricati, ma non impenetrabili, isolati nella landa o, più raramente, nella piana arabile, dietro ai quali si scopre sempre una distesa di cielo, l'acqua ribollente di torrentelli che sembrano avere alla lunga eroso le pietre, qualche villaggio gelato dall'inverno, chiuso su di sé in modo quasi brutale, tanto che anche la sola presenza di un pattinatore risulterebbe incongrua; e la potente pesantezza di qualche marina con navi a rollare sulle acque agitate. (it) |