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Prendete l'architettura: tra gli edifici che ho visto in Persia e in Turchia, mi ricordo molto bene di una costruzione a due stanze. Tutti coloro che entravano in quelle stanze, giovani o vecchi, inglesi o persiani, di qualunque formazione o cultura, si mettevano a piangere. Avevamo continuato per due o tre settimane a osservare le reazioni delle persone, scegliendo specialmente la gente allegra. Ma il risultato era sempre lo stesso. A causa delle proporzioni architettoniche di quella costruzione, le vibrazioni interne, matematicamente calcolate, non potevano che produrre quell'effetto. In noi operano determinate leggi, e non possiamo sottrarci alle influenze esterne. Siccome l'architetto possedeva una conoscenza reale, e la sua costruzione era matematicamente in accordo con essa, il risultato era sempre il medesimo. (it) |