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È fuor di dubbio però che le coscienze dei sinceramente credenti, anche lontani da ogni parteggiare politico, erano offese assai spesso in questi anni con giornali e con opuscoli esposti nelle vetrine delle botteghe e sulle piazze, colle caricature a stampa o in fotografia, messi lì sotto gli occhi di tutti a gettar il ridicolo, il dileggio e qualche volta anche l'oltraggio sulla persona del Pontefice, sui cardinali ed anche sui dogmi della Religione, e specialmente su quello della Penitenza. I prefetti, i procuratori generali, i questori mostravano non accorgersene; eppure per tali reati, erano sancite gravi pene dal codice penale. Ed alla stampa faceva eco qualche volta anche la parola, come nella quaresima di quest'anno in cui Alessandro Gavazzi, già barnabita e maestro nelle rinomate scuole di San Sebastiano a Livorno, in un discorso ai Valdesi, alla cui confessione s'era ascritto, non dubitò chiamare papa Pio IX «un rettile incoronato» e non ebbe alcun castigo. Più che contro il Papa, predicò apertamente contro la divinità di Gesù Cristo e contro il cattolicesimo il professor Quirico Filopanti, il quale pronunziò il suo discorso prima a Bologna sul balcone del palazzo municipale, poi a Roma, a Napoli, a Palermo; e neppure a lui né ai giornali che riportando le sue parole plaudirono ad esse o ne fecero commento offensivo al Papa ed alla Religione dello Stato, i magistrati fecero alcun biasimo, nonché comminare alcuna pena: eppure la legge delle Guarentigie, così osservavano i cattolici, aveva dichiarato inviolabile la persona e la dignità del Papa, al pari di quella del Re. (it) |