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Da cabala di chiuse cerchie erudite e curiosità di colti viaggiatori o fonte di "immediatezza" per l'ispirazione di artisti visceralmente ostili al naturalismo quanto incapaci di distaccarsene, l'etruscheria si è oggi trasformata in un fenomeno di massa, in virtù del proprio contenuto di "diversità", capace di stimolare fantastiche e morbose fughe dal reale, di eccitare curiosità sui suoi misteri, di ammiccare alle angosce collettive e individuali dell'uomo medio. L'ansia del "sacro" e il timore dell'incognito che agitano il cittadino, sempre più solo e abbandonato dalle certezze nel suo "villaggio elettronico", si concretano dunque nei volti primitivi dei sarcofagi di nenfro, nelle cifre fastose di ori e di argenti, nelle danze orgiastiche dipinte sulle pareti dei sepolcri, nelle policrome figure di terracotta ammassate sui rampanti dei frontoni templari, nelle ieratiche iscrizioni su pietre, su ceramiche, su bronzi. E in questo reificarsi, le angosce di ieri si fanno tutt'uno con quelle dell'oggi, a sollievo di tutti. (it) |