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Napoli, che si va tutta rimutando e rammodernando, perde ogni giorno più le sue caratteristiche topografiche, il pittoresco delle sue vecchie strade, che tra un battagliar continuo di luci e d'ombre quasi fantastiche, videro gli umili lavoratori popolari attendere ai loro faticosi mestieri, o furono il misterioso teatro d'una delle passionali e tragiche scene plebee. Il Museo di S. Martino conserva alcune tele che di qui a qualche secolo parleranno stranamente, a' posteri nostri, d'una Napoli che in avvenire non sarà certo più quella che noi conoscemmo. Opere di eccellente fattura e di penetrante ricerca queste pitture son di mano di Vincenzo Migliaro, uno de' più personali nostri artisti. E, tra l'altre, la famosa Strettola degli orefici – della quale or si cercherebbe invano l'ubicazione o l'impressionante riscontro in qualcuna delle stradicciuole partenopee che ancor sopravvivono al risanamento della città – è qui per dirci con che singolare colorito, con quale aspetto suggestionante si un tempo all'occhio – specie del forestiero – l'antico quartiere di Porto. (it) |