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Il cranio di Ferdinand von Zeppelin era bombato, con calvizie bionda e triangolare mascella, gli occhi gioviali ma temerari, fissi sulle nuvole, che rimirava dal prato attorno al suo castello. Le amene rive del lago di Costanza abbondano di fiori. E in che contrasto con le policromie dei petali scorrevano le forme immense del cielo, mansuete sopra il conte, cinquantaduenne generale del Württemberg già in quel 1890 a riposo. Tedesco in rigida postura, eppure socievole anzi complice del dilatarsi di quei cumuli strapotenti in cirri. Stava, invero, calcolando come li avrebbe tutti avvolti in teloni di stoffa per farsene portare. (it) |