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La serie di questi s'apre con due artefici, il cui valore solo da pochi anni è stato degnamente riconosciuto dalla critica storica; Nanni di Banco e della Quercia; al primo dei quali i documenti hanno rivendicata la paternità del superbo timpano della porta della Mandorla nella Cattedrale fiorentina, che il Vasari e la tradizione da lui creata malamente attribuivano al secondo. Opera meravigliosa veramente, nella quale le reminiscenze delle sculture dell'Orcagna si sposano ad una originalità così vivace, e ad una tale libertà di movimenti ed abilità tecnica, che la scultura posteriore pochissimo ha dato che possa dirsi superiore a quest'opera insigne; dove la statua del Sant'Eligio ad, per la energia e la fierezza della espressione è meritamente considerata dal Reymond come l'esemplare, eguagliato, non superato del san Giorgio di Donatello.
A lui e per l'età, per la natura dell'ingegno e per certa comunanza di tradizioni artistiche, si collega della Quercia, la cui opera esercitò una profonda azione sulla scultura fiorentina; e nella cui arte debbono cercarsi le origini di Michelangelo. (it) |