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Nehru non è Gandhi, né Vinoba: è impegnato con la ragione, con la pratica, con la pianificazione, la burocrazia, la diplomazia: nell'empireo dei nuovi santi indiani, il suo posto è quello di Paolo. E tuttavia è staccato da tutto questo, ci sta sopra . C'è in lui una profonda solitudine, la solitudine del prigioniero libero, del contadino nella campagna; egli vive «sotto la luna». E, appunto per questo, c'è in lui, fondamento della azione, della fraternità e del distacco, molla essenziale, una somiglianza con gli uomini, con tutti: un rapporto di amore. (it) |