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è il documento di una nuova alleanza tra il presente e il passato. Alla fine del XVIII secolo, quando il cartesianesimo, come scuola filosofica in senso stretto, sarà già tramontato da un pezzo, il pensiero spinoziano, appena riscoperto, avrà ancora qualcosa di nuovo e di vivo da dire al mondo. Esso darà alle insopprimibili esigenze metafisiche dello spirito umano, prima e dopo di Kant, quel fervore religioso, quell'afflato panico, quell'indirizzo unitario, senza i quali ogni metafisica inevitabilmente languisce. E darà ancora in una trasparente formulazione cartesiana, alcuni dei risultati più vitali di un secolare travaglio speculativo, come segno, e insieme come pegno, di una più larga collaborazione umana, al di sopra dei tempi. (it) |