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Ulisse è un testo "plurale", nel senso che Pessoa dava alla parola, plurale alla Borges. Richiede una miriade di strategie traduttive. Ogni episodio possiede la propria tecnica, e gli stili con cui Joyce si cimenta sono innumerevoli. Un traduttore è spesso costretto a scegliere tra più soluzioni, tutte possibili. La mia traduzione segue il principio dell’inclusività: quando un’espressione si scompone in ramificazioni multiple, ci vuole una resa molteplice, polisemica, per creare un’ambiguità parallela a quella originale. È il lettore ad avere sempre l’ultima parola. (it) |