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All'inizio nessuno credeva alla "vendibilità" di un film del genere: le Major statunitensi mi prendevano in giro, i politici dicevano che non era il caso, gli Indiani stessi erano scettici. Nel 1962 fu proprio il primo ministro Pandit Nehru a mettermi sull'avviso; "Qualunque cosa faccia su Gandhi cerchi di non deificarlo. Non lo renda inviolabile e non lo metta su un piedistallo, come facciamo noi qui". Intanto, il progetto andava faticosamente avanti, a patto che il Gandhi fosse interpretato da un attore inglese. Nehru s'era fissato con Alec Guinness. Ma ve l'immaginate come avrebbe riso Gandhi, lassù, nel vedersi rappresentato da un inglese? Poi mi proposero Dustin Hoffman, De Niro e altri ancora. Meglio cosi, comunque. Se il film l'avessi fatto allora non avrei mai conosciuto Ben Kingsley; e probabilmente ne sarebbe venuto fuori un Gandhi più oleografico, rassicurante, pallido dal punto di vista politico. (it) |