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Il guitto fra i comici vale a significare quel miscuglio d'istrionismo nomade che, per verità, va sparendo dalle nostre quinte. L'attore che sulla scena indossa costumi di velluto ammaccato; che porta parrucche colla pelle del supposto cranio resa, per vetustà, di una tinta poco; che, a risparmio di crespo, si fa i baffi col sughero; che fuori di scena porta cravatte solferino, pantaloni color torrone di Cremona, e sottovesti verde-pisello; che parla nel caffè ad alta voce delle proprie parti e di quelle della prima donna, quell'attore è un guitto, un discendente di Azampamber. (it) |