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Uscendo dal Museo e ridiscendendo nella luminosa piazza Plebiscito, dinanzi al golfo incantato e al Vesuvio, che appaiono da lungi sulla destra del palazzo reale, sotto quest'azzurra volta di cielo, prodigo sempre di tanta e sì profonda dolcezza, guardando questo buon popolo napoletano, che si gode le bellezze del suo paese, un pensiero di ravvedimento passa pel capo di chi è stato lassù, quasi un impulso di protesta contro l'accusa che si fa spesso agli operai napoletani di essere indolenti e ignoranti.
E la visita al Museo fa scrivere al van Eeden: «I napoletani sono spesso calunniati, ma quello che ho veduto coi miei propri occhi ha più valore per me di ciò che ho inteso dire e sarei contento che alcuni dei nostri giovani fossero mandati a Napoli affinché potessero spogliarsi della loro pesantezza e del loro cattivo gusto. I nostri giovani sono forse più istruiti, ma il napoletano sa trarre maggior profitto dal poco che sa, e questa è la cosa essenziale nel mondo. (it) |