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Nel periodo fascista, in un'Italia e in un mondo mutati, col primo avvio della società consumistica, con l'incipiente trionfo della meccanizzazione di massa e dei mezzi di comunicazione di massa, la continuità voleva dire ristagno, degradazione, salto di qualità all'ingiù. E, infatti, è in questo periodo che, dopo le grandi fiammate del '700 e della belle époque, Napoli tende ancora più a provincializzarsi, si trova sempre più spinta ai margini delle correnti principali della vita sociale e intellettuale. (it) |