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Non è un problema di contratto o di soldi e mi fa anche un po' di vergogna quello che guadagno con la crisi che c'è. È un problema di soddisfazione personale, di sentirmi rispettato o no in un Paese calcistico in cui ho avuto tanti problemi. Non cambio quanto ho detto qualche giorno fa, non è vero che sono l'allenatore del Real. Dopo la finale voglio due tre giorni per pensare con tranquillità del mio futuro. Ovviamente l'Inter non può fare niente di più per farmi essere felice e sentirmi importante: i giocatori sono fantastici, c'è empatia con i tifosi, tutti in società sono fantastici. (it) |