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Gerd Wiesler: Si metta seduto! Mani sotto le cosce, palmo in basso! Sentiamo: cos'ha da raccontarci?
"Prigioniero 227": Io non ho fatto niente. E non so niente.
Gerd Wiesler: Non ha fatto niente e non sa niente. Di conseguenza crederà che noi arrestiamo integerrimi cittadini per puro capriccio.
"Prigioniero 227": No, io...
Gerd Wiesler: Se ci considera così poco rispettosi dei diritti umani, avremmo fatto bene ad arrestarla anche se lei non avesse fatto niente. Cercheremo di aiutarla a ricordare, Recluso 227. Un suo amico e vicino, un certo Pirmasens Dieter, il 28 settembre è fuggito in Germania Ovest. Abbiamo motivo di ritenere che lei lo abbia aiutato.
"Prigioniero 227": Guardi che io non ne so niente, non mi ha mai detto di voler passare di là, ero al lavoro quando l'ho saputo.
Gerd Wiesler: Mi elenchi dettagliatamente tutto quello che ha fatto nella giornata del 28 settembre.
"Prigioniero 227": Ma l'ho già detto, è nel verbale.
Gerd Wiesler: Bene, lo ripeta.
"Prigioniero 227": Ho portato i miei bambini nel parco Treptower all'Ehrenmal, lì ho incontrato un vecchio compagno di scuola, Max Kirchner. Siamo andati tutti insieme a casa sua, dove abbiamo ascoltato dischi fino a tarda sera. Ha il telefono, può chiamarlo: le confermerà tutto. Posso darle il numero, se vuole. (it) |