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Vi son certi ritratti del sei e del settecento in cui io leggo tutta la guerra dei trent'anni e le guerre di successione meglio che in tutti i volumi della storia universale dell'Onken. Ma in nessuno dei quadri del tempo nostro io leggo il tempo nostro, con le sue crisi ed i suoi problemi. L'arte contemporanea mi sembra che seguiti a vivere una sua vita artificiale, come seguitano a roteare vorticosamente le ruote d'uno stabilimento industriale anche quando dopo il fischio della sirena il motore è spento; così l'arte seguita a vivere per mimetismo, per continuità, per consuetudine ed, incaponita nella sua impotenza di essa non sa rendersi conto, moltiplica il suo vano sforzo infecondo, cercando, ricercando, ripetendo, esasperandosi ed affannandosi nelle sue innumerevoli biennali e promotrici. (it) |