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Sugli steli diritti come sbarre | d'acciaio, mi salutano i giaggioli | in doppia siepe, mentre salgo all'alto | chiosco che mira, dal giardino, i campi | via digradanti verso i boschi e il fiume. | Giaggioli d'una carne vïoletta | quale piú scura, qual piú smorta: tutti | pensosità di sguardo, e rilucenti | d'una grazia guerriera; e li diresti | sbocciati sulla punta delle spade. | Fra le due schiere io salgo, nella tersa | luce del mezzodì: son principessa | di corona: men vo per chiare vie | fra cavalieri di gran scorta, armati | dell'amor che li illumina; ed ognuno | pronto è a morir per me. || Libera andare | fra i giaggioli del maggio al chiosco verde | che guarda i campi e le foreste; ed essere | principessa regnante in questo regno. (it) |