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Quando la comunità cristiana saprà trovare la sua ragione di essere raccogliendosi attorno all'altare, noi assisteremo indubbiamente ad un suo notevole riaffermarsi e ad una sua immensa valorizzazione spirituale.
Ma sarà anche, siamone certi, un passo decisivo verso l'incontro con i nostri fratelli separati, e soprattutto con le Chiese d'Oriente, che hanno sempre posto nella liturgia il centro della loro vita, riconducendo tutto verso di essa e attingendo tutto da essa.
Le opere caritative, l'istruzione religiosa, la vita comunitaria, la teologia... che altro c'è nell'Oriente cristiano che non sia inserito nella liturgia? Forse, potremmo dire, attraverso la circolazione di grazie e di doni che c'è, malgrado le nostre divisioni, all'interno del Corpo del Signore, l'Oriente non è del tutto estraneo al merito di questa riscoperta.
Sarà perciò attraverso un approfondimento nella vita liturgica che noi diverremo capaci di meglio comprendere l'anima dei nostri fratelli orientali: e questo ci potrà preparare infine ad un incontro con loro che non sia fittizio o effimero. E poi, anche al di là di ciò che potremmo verificare o di ciò che crediamo di sapere, non è forse nella preghiera liturgica che già si realizza misteriosamente l'unità di tutta la Chiesa? E non è forse soprattutto attraverso questa preghiera che si può affrettare il compimento visibile di questa unità? (it) |