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Da giovane ho fatto di tutto, anche il pugile».
Per guadagnare? «Sì. Avevo sedici anni e a scuola mi sembrava di perdere tempo, visto che a casa i soldi per la cena servivano di più di un figlio istruito. Un giorno, incontrai un amico che guadagnava 25 dollari a incontro, e decisi di seguire il suo esempio».
Come andò? «Dopo le prime vittorie, cominciai a sentirmi un dio. Lo spogliatoio puzzava di alcol e di cuoio bagnato, ma sul muro c'era Newsboy Brown, Mushy Callahan, Dynamite Jackson.
Non vedevo l'ora di essere lì, con loro.
Poi, finalmente, arrivò l'incontro importante.
Il ragazzo contro il quale dovevo combattere era di colore, aveva due braccia come due prosciutti. Al quarto round ero in vantaggio. Poi, qualcuno urlò: "Ammazza quello sporco negro". E io smisi di combattere.
La mia carriera di pugile finì quella sera. (it) |