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Il Panzini la definisce «Volgare parola: il suono di Barbariccia, trombettiere ma fatto con la bocca. Il superlativo plebeo dei fischi. Voce di origine napoletana». Questa imitazione del crepitus ventris ottenuta facendo vibrare rapidamente le labbra esprime, in forma sguaiata, il massimo del dileggio e della provocazione. Pare che derivi dal latino vernaculus, che è l'aggettivo di verna, lo schiavo nato in casa. e quindi qualcosa volgare, plebea, scurrile. Ma a Napoli dove è chiamato pernacchio è una istituzione. Da sempre quella gente ama esprimersi per gesti e suoni: con la canzone l'amore, con la pernacchia il disprezzo. E la pernacchia non è che una Piedigrotta capovolta, il Sole mio della trivialità. (it) |