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Non ho nulla contro il presente. Anzi, frequento pochissimo la nostalgia, che è paura-odio del presente. Ma non amo il "presentismo", ovvero l'ideologia del presente. Abbiamo rubato alla teologia l'idea di un presente assoluto, eterno, immutabile. I classici invece sembrano farci capire che dopo la centomillesima generazione di iPad potrebbero tornare i dinosauri. Insegnano la ciclicità della storia. Sono la promessa di un futuro sconosciuto. Il diritto all'imprevedibilità delle nostre vite. La consapevolezza che nessuna identità è fissata per sempre. Le identità, individuali o collettive, sono dinamiche, in continua ridefinizione. Bisogna sfuggire sia alla presunzione di sapere chi siamo sia alla fissazione di non poter essere altro. (it) |