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Avviene pertanto che la storia degli Ebrei rivesta singolarissimi caratteri, che la rendono sostanzialmente diversa da quella di ogni altra nazione. Essi, scartati dall'attività politica, si potevano trovare alla mercé di un principe senza scrupoli o di una plebe fanatica, e ne dovevano subire le persecuzioni senza reagire. Passiva quanto nessun'altra storia dei popoli è dunque la storia di Israele che sempre sottostà alla volontà di altri, ma sotto un diverso aspetto nessun popolo può vantare una più vivace e più consapevole attività individuale proprio perché l'ebreo non ha avuto nella diaspora un'organizzazione statale sua che lo difendesse, ma anche che gli imponesse un modo di pensare e di agire; al contrario, rifuggendo da conversioni che gli avrebbero reso la vita più facile e aperta, i nostri antenati vissero fuori della norma e delle convenzioni per la loro precisa e cosciente volontà. Quindi la storia degli Ebrei è insieme la più passiva e la più attiva fra le storie di tutte le genti. E tutti noi ebrei discendiamo da cento generazioni di eroi: di fatto siamo alquanto più buoni degli altri, incorriamo meno nella violenza e nella disonestà; di fatto la barbarie pagana sente nell'ebraismo il suo naturale nemico. (it) |