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Lo Scià stesso non era a suo agio nel ruolo del martire. La sua personalità prediligeva gli atti di eroismo. Voleva essere un vincitore, come lo era stato nei tornei sportivi scolastici a Lucerna. La sua formazione europea gli impediva di capire la psicologia del suo stesso popolo. Non sapeva che i persiani istintivamente sospettavano e detestavano il forte, il vincitore e l'eroe. Obbedirono a Reza Scià ma non lo amarono mai: ora amavano Mohammad Reza Scià, ma non volevano obbedirgli. La repulsione quasi patologica che lo Scià aveva per ciò che considerava «sporca politica» gli impediva di capire la necessità – per non dire la legittimità – di blandire almeno in parte i pregiudizi popolari. (it) |