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In Italia abbiamo poco da puntare il dito. Abbiamo lavato in pubblico la biancheria sporca di Silvio Berlusconi, e so che l'immagine è inquietante. Non ci siamo fatti mancare feste eleganti, bunga bunga internazionali, il lettone di Putin e la nipote di Mubarak.
Poi, negli Usa, è arrivato Donald Trump, che è una categoria a sé. L'uomo più potente del mondo è stato definito «sex offender in chief», il criminale sessuale in capo. Il predatore supremo nell'America che si crede tanto perbene. Ma che si scopre, uno scandalo dopo l'altro, malata di sesso a partire da un presidente accusato di stupro. (it) |