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Ciò che mi pare di poter affermare è la straordinaria ed eccezionale importanza di questo episodio sardo di grande statuaria, che va ben oltre il momento puramente artistico per trovare significato e dare nello stesso tempo significanza alla società e alla cultura regionale del tempo. Se si pensa che l'organizzazione tendenzialmente se non del tutto "urbana" nella Sardegna dell'VIII secolo a. C., si era spinta al grado di esprimere una statuaria già matura quando in Grecia essa era appena agli albori, si capisce il valore rilevante della produzione sarda, intrinseco ed estrinseco, anche nel quadro dei movimenti culturali e nella storia dell'antica civiltà mediterranea. La civiltà nuragica di questa epoca aristocratica, non è subordinata né integrabile, non ammette egemonie esterne. Appare invece competitiva ed espansiva, autonoma ed autodeterminata. Le sue valenze autentiche si confrontano con quelle più elevate di altre civiltà del Mediterraneo, elleniche ed orientali, alle quali tornano nell'atmosfera unitaria generale dell'età geometrica: Ma proprio da questa gara alla pari, da questa sfida di eguali, emerge la forza della naturale vita propria, e si determina la speciale, "diversa", identità della "nazione" protosarda. (it) |