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Io preferisco accogliere la contraddittorietà come documentazione di un personaggio inafferrabile. Viene in mente, come parallelo, Socrate, che ha goduto di una letteratura documentaria vastissima, ma incertissima, e del cui pensiero quasi nulla si può dire, della cui persona assai poco, se non lo si accetta come contraddittorio. Entrambi certo furono dei sapienti, ma il fascino della loro persona fu così prepotente che quanto nascondevano nelle loro parole, la loro conoscenza – quello cioè che stava loro più a cuore – saltò via, si perdette, rimase inavvertito, sopraffatto dalla magia della loro presenza. (it) |