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La contraffazione, lo spasimo, il calvario dell'uomo, la sua stessa ironica o allegorica epoché, la sua poetica «denegazione» non sono ancora la morte definitiva di tutto quanto è umano, perché l'umano può chiedere all'arte, quando è arte, di dare testimonianza negativa di sé e proprio perché è negativa, questa può essere autentica testimonianza. Se l'allegoria – come pensa in fondo lo stesso Weidlé – è una figura-limite tra umano e disumano, precisamente per questo, lungi dal costituire un limite dell'arte, ne svela regioni ancora inesplorate, universi immaginari che ancora non sono divenuti parola. (it) |