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Tutte le volte che la Prosperi ha tentato un urto di passioni, un conflitto drammatico, le è mancato un punto d'appoggio nella realtà su cui far leva. Ma c'è un umile, continuo, represso grido lirico, ed è la particolare bellezza della Paura di amare: il grido della vergine violata, dell'amante inebriata, della sposa che partorisce, della puerpera che muore; il gemito sordo di questo spirito su cui la materia prevale, e che nello strazio cui lo sottomette l'istinto trova appena tanto di forza e di libertà che le basti per ergersi verso il cielo deserto, domandando pietà. (it) |