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Quello che stupiva in lui era il suo essere profondamente greco e avere al contempo uno sguardo distaccato, come chi guardi la Grecia insieme dall'interno e dall'esterno. La sua era una Grecia non stereotipata, ribelle a tutti i luoghi comuni, una Grecia turisticamente insolita, nebbiosa e malinconica ma estremamente vitale e dinamica. A stupire in lui era anche, e forse soprattutto, la sua fede incrollabile nelle potenzialità umane, nella capacità dell'uomo di superare, pur che lo volesse, contrarietà e ostacoli, di vincere l'impossibile, di procedere appunto con la sua "terza ala" , "l'utopia che rende possibile l'impossibile. (it) |