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Se dovessimo trovare un centro filosofico comune della letteratura americana dell'ultimo mezzo secolo, sarebbe senz'altro l'impatto dell'entropia con la società capitalistica. Ossia il contrasto tra un mondo di consumi e felicità promessa con la seconda legge della termodinamica, la tendenza naturale di ogni cosa verso il caos, la presa di coscienza della caduta di ogni credibilità metafisica al cospetto di una modernità che promette tutto tranne una cosa: la fine del decadimento, la salvezza dalla morte. Unica speranza di vita eterna la scienza: ma chissà quando. E così dal minimalismo tragico di Raymond Carver al rumore bianco di Don DeLillo, dall'everyman di Philip Roth al Frank Bascombe della trilogia di Richard Ford , la visione è sempre quella di un individuo schiacciato dalla quotidianità e dal lento deteriorarsi del fisico e di ogni idea di felicità possibile. (it) |