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Pietro Fortini è un senese schietto, esemplare d'una città ricca e prestigiosa, ma angusta rispetto alla contemporanea Firenze, città ormai affatto internazionale. Fortini scrive senese, e la sua lingua ha un sapore aspro, arcaico, ed ha un miglio di discorso parlato, che talora dà allo sciatto, ma anche lo esenta dai rigori di una sintassi vessatoria. Talora, come accade nel discorrere, si ripete, sbanda, lascia cadere e riacchiappa il filo; è, insomma, un favoleggiare plebeo, anche se il Fortini doveva essere di qualche cultura. Gli piacciono i modi di dire, le figure dell'eloquenza popolare. (it) |