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Da ragazzo certamente programmi come Dr Who mi hanno in qualche modo «formato» e influenzato. Ricordo di aver guardato molto anche la serie televisiva di Hulk. In generale l’idea di persone che «fingevano» per raccontare delle storie mi affascinava, è per questo che sono voluto diventare un attore. Da adulto ricordo di essere andato a teatro a vedere Mark Rylance che faceva Amleto. È stato abbastanza formativo vedere ciò che riusciva a fare con Shakespeare, come sapeva rendere sempre attuali quei testi. Poi Anthony Hopkins in Quel che resta del giorno, una performance in cui non fa assolutamente nulla pur trasmettendo mondi di dolore e rimpianto. O i testi di Aaron Sorkin, l’idea di pronunciare quelle parole e quei discorsi intelligentissimi al ritmo di un dialogo di Cary Grant in La signora del venerdì, quella destrezza pura di pensieri e dialoghi. (it) |