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Avevo finito il liceo e mi ero allenata duramente per quelle gare. Allo stadio c'era tutta la mia città, era un grande onore per me. A quel tempo i vincitori giuravano lealtà alla patria e al fascismo. Una formula rituale che veniva pronunciata durante la premiazione. Avevo vinto la medaglia d'oro, dovevo giurare anch'io: lo feci. Un atto di viltà. Quel giuramento fu un compromesso con me stessa. Promettemmo di obbedire alla patria e al regime e per me quello fu una sorta di spergiuro, perché ero contraria al fascismo da quando erano entrate in vigore le leggi razziali. (it) |