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Ed oggi, dopo aver varcato tanti paesi, tanti secoli, tante vicende; dopo aver provato glorie purissime e formidabili sciagure, tu scorri sempre, o lingua armena, tu scorri sempre limpida e vivace. La correntia secolare non ti ha stancata, non ti ha invecchiata. Ascondesi in te stessa il segreto della tua giovinezza eterna. Ora tu unisci la sontuosità dell'aurea tunica onde ridevano i tuoi fausti classici giorni, alla delicata grazia del variopinto periodo dei trovieri: a volte, tu hai l'inaccessibile dolcezza dello sguardo gravemente tenero delle madri nostre; a volte, il vivo fulgore dell'anima bronzea dei nostri eroi; a volte, tu rifletti lo spaventoso rosseggiar della gemma delle nostre sciagure e a volte il fulgido radiar soave delle nostre nobili speranze. E con tutte le bocche delle tue acque tu canti la Libertà con sì profondo accento, intenso e soave, che tutto l'Oriente n'è commosso, e fin nell'ombra che lo insepolcra, noi, noi vediamo già spuntare i primi raggi d'una grande Alba... (it) |