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La dimensione è proprio quella evocata da Voltaire, benché fuori dal caustico, ideologico criticismo dello scrittore. Nelle tele di Garau, gli uomini sono assenti. La terra e il cielo, agitati da forze metamorfiche, sono proposti in un dinamismo che ha l'equilibrio e i tempi delle ere geologiche. Eppure, nonostante questo vedere dall'alto e dal di fuori, si sente che proprio l'uomo e il suo destino sono il vero punto focale. Non è il sublime che attrae il pittore, che ne sente il fascino ma ne teme le vertigini. È piuttosto il senso di un fluire panico, scenario dilatato e imprendibile per un qualcosa che rivendica gli attributi, e i limiti, della singolarità, del contingente. Per cui quell'uomo finisce poi con l'imporsi ancora come il protagonista. (it) |